Il corpo di mia madre
"Una mano mi accarezza la nuca. La riconosco. Come tutte le mattine è una carezza dolce quella che le esce dal cuore. Dopo poco, come una frustata in faccia, il tiepido fetore del suo sesso mi avvolge completamente rendendomi nauseante la sua presenza. Smetto di respirare". Andrea, un ragazzo di vent'anni, è colto alla sprovvista dalla morte della madre: al funerale la tragedia di una scomparsa prematura non sembra sfiorarlo, anzi, con ostentata provocazione, lascia un biglietto tra le pieghe del vestito della defunta. Gesto che gli attirerà l'astio del padre e dei fratelli, senza ch'egli se ne preoccupi più di tanto. Apparentemente è un carattere forte il suo, ma il sarcasmo e il cinismo sono la corazza con cui cerca di difendere un'interiorità ferita, straziata, quasi, dal rapporto d'amore e odio con la madre, che si è sempre comportata con Andrea come se fosse uno dei suoi amanti, non risparmiandogli nessuno dei dettagli più scabrosi. "Il corpo di mia madre" è un tuffo nell'ambiguità di una realtà dominata da ciò che di fasullo e usurpato forma il giudizio sociale e il successo personale e privato di ogni individuo. E alla base di tutto c'è il sesso, che mai coincide con un sincero sentimento d'amore, ma è cifra di una condizione che accomuna i personaggi di questo romanzo di esordio.
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