Utopisti, esagerati. Il cinema di Paolo e Vittorio Taviani

Utopisti, esagerati. Il cinema di Paolo e Vittorio Taviani

Sono davvero "utopisti ed esagerati" i fratelli Taviani, come li ha definiti Miccichè in un suo antico saggio? Sono 'sovversivi' e 'fuorilegge', come si chiede il libro giocando sul titolo di due loro film? E la loro carica trasgressiva e militante si è esaurita con la crisi dell'ideologia? O il loro cinema si è trasformato nel corso della loro ormai lunga carriera? Sono tutte domande che vengono poste in questo libro dedicato a Paolo e Vittorio Taviani, due degli ultimi 'maestri' del nostro cinema, due autori su cui è stato scritto molto e a cui sono state dedicate varie personali. Ma c'è senz'altro ancora uno spazio di riflessione su un cinema come il loro, che può essere letto con occhi sempre diversi, via via che passano gli anni, mutano le ideologie, si modificano gli approcci analitici. I film dei Taviani - è la tesi di fondo del volume - vanno rivisti con strumenti e metodi più moderni di quelli classici degli anni sessanta-settanta. E' per questo che il loro cinema è rivisitato da molteplici punti di vista, da studiosi di età ed estrazione diverse, e con il supporto di una serie di testimonianze della loro 'squadra' tecnico artistica, quella che è stata definita una sorta di 'bottega' rinascimentale. A dimostrazione di come il loro universo autoriale sia sempre ricco e stimolante, aperto a nuove riflessioni e interpretazioni.
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