Sul cinema
Fare un film è altra cosa dal valutarlo, sono 'mestieri' diversi. Alle volte, però, sono stati praticati entrambi, e il lavoro critico è diventato quasi una premessa, più o meno esplicita, di quello di regista. Anche nel cinema italiano non mancano gli esempi, certamente quello di Michelangelo Antonioni è il più significativo, sia per il lungo periodo in cui la sua attività di recensore e scrittore di cinema si è esercitata, sia per il peso qualitativo degli interventi. Rifare questo percorso significa penetrare nella formazione di un gusto - fatto di preferenze e prese di distanza, di adesioni e rifiuti - e più ampiamente nella ramificazione di una cultura complessa; vuol dire però anche inoltrarsi in un clima d'epoca (il cinema italiano dal fascismo all'antifascismo, per dirla in formula) di fondamentale importanza storica. Il lettore che conosce i capolavori di Antonioni (dal "Grido all'Avventura", dalla "Notte all'Eclisse" a "Professione: reporter" a "Blow up" per dirne alcuni), troverà in questi scritti tracce, indizi, umori che gli faranno meglio capire le basi sulle quali sono nate le grandi opere.