I pupi di Stoccolma
A volte, le ombre dell'infanzia possono risorgere, e accamparsi come spettrali burattini nella mente di antiche vittime e di impuniti carnefici. Un teatrino di pupi in un parco innevato della Svezia: in scena il paladino Orlando, fuori dalla scena uno stravagante puparo e un giovane medico di origine siciliana, Edgardo, che assiste turbato a uno spettacolo della sua terra lontana. Riemergono i ricordi dell'infanzia, i suoi antichi e insuperabili traumi. Nel gelido limbo in cui si trovano, i due personaggi intrecciano un dialogo sull''allegrezza', la disposizione d'animo che consente di vivere con serenità e che, non trovandola dentro di sé, il burattinaio ricrea nella vita d'invenzione dei suoi pupi, sublimando così un antico rimorso. Tra i due, i cui nomi ripetono quello di un antico paladino e quello del figlio reietto dello shakespeariano Re Lear, corrono allusioni sottili: una spirale che conduce a una remota ma mai sepolta storia di pedofilia in cui entrambi, Edgardo e il puparo, sono stati coinvolti. Tutt'intorno, un labirintico gioco di specchi che l'algida ambientazione rende più affascinante, e personaggi che sembrano muoversi e agire come burattini. Burattini con l'anima. Fino a quando calerà il sipario e i due avranno finalmente regolato i conti con il proprio passato.
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