Popper liberale riformista
Dovendo qui riassumere fino alla estrema sintesi di una parola, un concetto, un titolo, chiaro e comprensibile a tutti, le ragioni che rendono interessante oggi il pensiero di Karl Raimund Popper, dovendo tentare questa impresa comunicativa per noi abitanti del secolo successivo al suo, mi prendo tutti i rischi e vi propongo questa formula: Popper 'l'antimilitante'. Sì, la filosofia di questo celebre ebreo viennese, nato nel 1902 e morto otto anni fa, giovinetto all'epoca della rivoluzione d'Ottobre, trentenne all'epoca di Hitler e dell'esilio in Nuova Zelanda, quasi novantenne al momento della fine del comunismo, si può plausibilmente comunicare così: l'opposto della militanza alla fine del secolo delle militanze, il rifiuto e la critica degli eccessi della lealtà a una causa, il distacco da quell'esoso amor di sé, del proprio gruppo, della propria bandiera, delle proprie tesi, che diventa ostacolo alla conoscenza sul piano epistemologico e alla moderazione sul piano politico.
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