Drammi per musica. 1.Il periodo italiano 1724-1730
Nella produzione italiana, fino al trasferimento a Vienna del 1730, Metastasio da un lato sperimenta una via classicheggiante e luttuosa, dall'altro si allena alla celebrazione del buon governo. Al primo versante, romano e partenopeo, appartiene "Didone" musicata da Sarro a Napoli nel 1724, col suicidio dell'eroina che si getta nelle fiamme di un incendio barocco, stupefacente e impegnativo dal punto di vista scenografico ma inesistente nell'"Eneide" dove la donna si pugnala in camera sua, vicino al letto condiviso dall'eroe. Poco dopo questo clamoroso debutto, "Catone in Utica" agonizza a Roma nella sala delle Dame, cantando il recitativo di Vinci durante il carnevale del 1728. Ma "Siroe del 1726", col trionfo della sovranità illuminata e con la primadonna 'en travesti', ed "Ezio" del 1728, col lieto fine e col pentimento del tiranno, rivelano qualche concessione al gusto degli spettatori veneziani cui sono destinati. 'Happy and' anche nel 1729 per "Semiramide", che non ha nulla a che vedere col mito narrato successivamente da Voltaire, e nel 1730 per "Alessandro nell'Indie" e per il sanguinario "Artaserse" che il poeta definiva "il più fortunato de' suoi figliuoli". Comunque un successo immediato, strepitoso e duraturo arride in tutta Europa alla numerosa prole di Metastasio: per esempio "Didone" e "Semiramide", rimaneggiate dall'autore per la corte di Spagna su richiesta di Farinello, vanno in scena imperterrite fino all'Ottocento avanzato, la prima con le note di Mercadante nel 1823, la seconda con quelle di Meyerbeer nel 1819.
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