«Un caos che spaventa». Poteri, territori e religioni di frontiera nella Dalmazia della tarda età veneta
Questo libro ricostruisce aspetti socio-istituzionali dell'effimera esperienza d'espansione della Repubblica di Venezia in Dalmazía e Albania. Sullo sfondo, il tramonto della Serenissima. Tra gli anni quaranta e novanta del Settecento "riformatore", il patriziato veneziano e le élites della "Duplice provincia" tentarono diverse riforme agrarie, amministrative, comunitarie e giurisdizionali al fine d'integrare nel Dominio le nuove periferie di uno Stato a sua volta periferico nel teatro europeo e nell'economia mondiale. Condizionati dalla pressione politico-economica asburgica e dal modello dei territori militari croati, e incalzati dalla competizione internazionale sul "Triplice confine" austro-veneto-turco, i progetti veneti furono contemporaneamente frustrati dalle frizioni cetuali nella provincia e nella Dominante, da forti resistenze locali, da contrastanti esigenze costituzionali, da acerbe conflittualità rurali e interconfessionali. Nascevano intanto nuovi linguaggi politici. Lo studio delle dinamiche istituzionali e della conflittualità incapsulata nella sfera del diritto attraverso i meccanismi giudiziari marciani offre un'occasione per complicare le dicotomie nelle quali, per diverse ragioni, nel XIX e nel XX secolo, antagonistiche tradizioni storiografiche avrebbero poi irrigidito tanto la ricostruzione delle politiche venete, quanto la rappresentazione di una regione contesa e spesso studiata in funzione delle rivendicazioni territoriali.
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