Il figlio del vento
Alla fine del diciannovesimo secolo un giovane esploratore svedese è in viaggio in Sudafrica alla ricerca di un insetto misterioso. Ai confini del deserto del Kalahari trova invece un bambino rimasto solo e decide di portarlo con sé in Svezia. Molo ha visto uccidere suo padre mentre stava disegnando un'antilope rossa su una roccia. Non ha più nessuno quando Hans Bengler lo porta con sé a nord, tra le nevi e il ghiaccio della Svezia: anche se non impiegherà molto a imparare la nuova lingua e ad accettare il suo nuovo nome, la nostalgia per la sua terra non cesserà mai di tormentarlo. Ora deve portare le scarpe, bussare alle porte, soprattutto deve subire gli sguardi curiosi di chi non ha mai visto una persona di colore, lasciarsi studiare dagli scienziati e farsi condurre in pubblico come una 'curiosità'. Intanto le immagini dell'Africa non lo lasciano, e soltanto i sogni possono dargli ancora un po' di calore: lo riportano al villaggio, alla tribù, agli affetti. Con una bambina vicina di casa si prepara a costruire un'imbarcazione che gli permetta di raggiungere le coste africane. Ma un giorno, la bambina viene trovata morta, uccisa brutalmente, con la gola tagliata e riempita di fango. Dell'assassino, nessuna traccia.