Con tanto, tanto affetto
A metà degli anni Settanta, Anna, una giovane ebrea di Berlino est, accetta l'incarico di regista in un teatro di provincia e lascia la capitale con la sua vita bohémien, vissuta ai margini della realtà socialista. Una lunga serie di lettere, che scrive e riceve, le permette di mantenere i contatti con gli amici, la madre, l'ex fidanzato Alex e il suo nuovo, sfuggente amore Leon. La carta supplisce alla mancanza del telefono: lettere tragicomiche, ora cariche di disperazione, ora colme di tenerezza, di umorismo, spesso di paura e incertezze. Lettere che raccontano del teatro, della vita a Berlino, di storie di famiglia e di tanti, complicati intrecci amorosi. Mentre da Gerusalemme e Mosca, dove molti degli amici di Anna credono di aver trovato una nuova patria, giungono richiami e notizie contrastanti, la generazione di Anna, figlia di ebrei comunisti tedeschi intenzionalmente rientrati in Germania est dopo la fine della guerra, si confronta con le idee e le decisioni dei propri genitori e riconosce il fallimento della loro utopia. Educata a un radicale ateismo, fatica a ritrovare le proprie radici religiose, un luogo in cui sentirsi veramente a casa, un progetto da abbracciare.
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