Elogio del voltagabbana. Origine e storia di un tabù
In questo saggio provocatorio e politicamente scorretto è ricostruita l'origine del voltagabbana a partire dalla sua apparizione sulla scena dell'Europa moderna nel fuoco giacobino della Rivoluzione Francese. Figlio del partito ideologico moderno prefigurato dal giacobinismo, il mito negativo è rimasto un archetipo del secolo dei totalitarismi, il Novecento, per approdare nell'Italia di oggi. Talleyrand, figlio insoddisfatto della Rivoluzione e uno dei geniali registi del Congresso di Vienna, ci è stato tramandato come il principe dei voltagabbana; Winston Churchill invece è passato alla storia come un grande statista sebbene tra il 1900 e il 1925 avesse cambiato campo, dai conservatori ai liberali e viceversa, tre volte; di Mussolini, voltagabbana del 1914 quando venne espulso dal partito socialista, sopravvive ancora la mitologia negativa... La conclusione cui giunge l'autore è sorprendente e giustifica il titolo: il voltagabbana non esiste, è un'invenzione, uno dei tanti 'idola fori' di cui si serve la politica, dettato dall'insicurezza dei contendenti a riconoscersi come legittimi avversari. E lo stesso anatema che accompagna il voltagabbana è duttile e autcontraddittorio; la prescrizione non di una regola ma di una eccezione: "non voltare mai la gabbana se non per venire con me".
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