Dottore in niente
In una fattoria isolata, tra i monti di una delle regioni più misteriose della Francia, l'Alvernia, muore suicida uno scrittore famoso per i suoi libri e, più ancora forse, per la radicalità del suo rifiuto di quella che per primo definì la Società dello spettacolo. Intorno a lui, il sistema dei media - da lui aborriti - ha costruito nel corso degli anni un vero e proprio mito. Lo scrittore scomparso è il francese Guy Debord, il nichilista "re degli arrabbiati", che molti considerano oggi una delle figure intellettuali più significative e importanti della seconda metà del Novecento: un amico ne ricostruisce la vita tumultuosa, cercando di capire, pur sapendo che è impossibile, i perché di una scelta così estrema come il suicidio. Attraverso Guy Debord, "Dottore in niente" celebra soprattutto la fine di una stagione e di un mondo. Quello che, per un intero secolo, è vissuto nell'illusione che fosse possibile 'cambiare la vita' ed è andato incontro per questo ad amare e spesso drammatiche disillusioni.
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