Novelle
Nell'ottavo e ultimo volume dell'edizione Colombani delle "Opere" (1774), Carlo Gozzi inserisce un "Saggio di novelle" che ne contiene undici, composte con ogni probabilità negli anni dell'Accademia dei Granelleschi: unendone una dodicesima, rimasta finora inedita, e aggiungendone altre, provenienti dai testi gozziani in cui sono state a vario titolo inserite, si ottiene un piccolo corpus novellistico caratterizzato da molteplici motivi di interesse. Il ricorso di Gozzi alla forma-novella, oltre a confermare l'attenzione per un settore cui avrebbe attinto anche in ambito drammaturgico, si qualifica in prima battuta come rivendicazione della validità dei modelli classici e, in particolare, come omaggio alla grande novellistica italiana tre-cinquecentesca. Se però a tale area, da Boccaccio a (soprattutto) Sacchetti, rimandano più elementi - dalle scelte linguistiche, connotate in direzione toscana, al solido impianto del racconto, a base realistica, al ricorso a particolari schemi narrativi, ad esempio la beffa -, l'impasto della pagina risulta animato anche da una grande libertà inventiva e da un indubbio quoziente di novità, dovuto alla vivace vena narrativa dell'autore, alla sua capacità di abbozzare ritratti fortemente caricaturali dei personaggi, spesso appartenenti alla sua stessa classe sociale, la nobiltà.
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