René

René

"Se 'René' non esistesse, non lo scriverei più; se mi fosse possibile distruggerlo, lo distruggerei". Nelle "Memorie" Chateaubriand rinnega il suo racconto autobiografico, troppo persuasivo e di successo: colpevole di corruzione perché nasconde un segreto indicibile, esalta la forza misteriosa delle passioni, induce al peccato di orgoglio, legittima una mortale fatica di vivere. Scritto a trent'anni, all'ombra della Rivoluzione, 'René' mette in scena una generazione perduta. Quella di un giovane infelice, prototipo dell'eroe romantico malato di Noia e condannato al disimpegno, che rinuncia all'esistenza per rifugiarsi nella solitudine dei deserti selvaggi del Nuovo Mondo. Fratello francese di Werther e di Jacopo Ortis, modello di molte reincarnazioni letterarie, dal 1802 'René' continua a perseguire una felicità dalla quale sembra fatalmente escluso: per l'originario marchio giansenista o per la moderna inclinazione alla nevrosi.
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