Il Teatro Verdi di Trieste. 1801-2001
Sorto fra Sette e Ottocento per volontà del ceto mercantile triestino e inaugurato nel 1801 dopo vivaci polemiche, contrasti, conflitti di civici interessi, il teatro Giuseppe Verdi - così chiamato dal 27 gennaio 1901, proprio alla morte del maestro - ha attraversato tre occupazioni francesi, la restaurazione asburgica, due terribili guerre mondiali, il lungo e angoscioso dopoguerra: due secoli di storia, durante i quali è stato il luogo eletto della coscienza civile e dell'identità culturale italiana, ma con un carattere 'europeo' che lo ha distinto dagli altri teatri nazionali. Del teatro bicentenario il libro rievoca non solo gli avvenimenti artistici e i mitici interpreti, ma anche le mutazioni del gusto nella società triestina, l'avventuroso susseguirsi delle precarie gestioni impresariali, le relazioni con le altre istituzioni in equilibrio fra cultura italiana e tedesca, le vicende spesso drammatiche della storia che filtrano nel glorioso edificio, le passioni e le speranze della città. Il libro è anche un'ampia introduzione alla cronologia del "Verdi", cui ha posto mano il Civico Museo Teatrale Carlo Shmidl e nello stesso tempo un contributo alla conoscenza del teatro triestino per gli amanti della musica, e uno strumento di studio per gli storici dello spettacolo musicale. Analogamente - nel saggio che chiude il volume - trascorrono gli sforzi di costruire, prima, con il massimo decoro, e di conservare poi orgogliosamente, attraverso restauri e ristrutturazioni, il luogo nobile del pubblico divertimento e della cultura.
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