Pianissimo

Pianissimo

"Pianissimo", 1914, è uno dei testi capitali della poesia del primo Novecento. Il libro contiene alcune poesie note e antologizzate, ma solo l'intero poemetto può dar conto della forza e dell'incisività con cui Camillo Sbarbaro interpreta la crisi storica di quel primo scorcio di secolo, conferendole un significato che la oltrepassa, per mettere a nudo una condizione dell'uomo propria del nostro tempo. Vi si canta lo stato di quasi morte dell'anima, di svuotamento dei sentimenti, dell'interiorità. La misura di tale alienazione è data dalla percezione di qualcosa di profondo, di una verità o vita altre, del senso profondo dell'essere. La trama delle illusioni si rompe e lascia scorgere l'abisso oppure appelli da una vita del sonnambulo, il cui cammino, per le strade della città moderna, si compie come su un discrimine, sull'orlo di un equilibrio sempre minacciato.
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