Signore dei poveri morti
Questo romanzo, la cui vicenda ambientata in un paese sobborgo di città si racchiude entro il corso balordo e antilogico di tre giorni di grande festa campestre, è la rievocazione di una tragedia che scuote improvvisamente una famiglia di povera gente: l'annegamento nelle acque di un fiume di Dante, fratello del giovane protagonista Marcellino. Il padre, tipo maniaco invasato e teatrale, cerca faticosamente di dare un aspetto solenne al suo pur sincero dolore; la madre, umile e umiliata, si chiude nel silenzio più tetro; e il figlio rimasto finisce quasi col prendere su di sé la colpa di quella morte: egli infatti ha costretto il fratello, che non ne aveva voglia, a bagnarsi nel fiume quel giorno fatale. Ma se questo è il succo della narrazione, lo svolgimento si muove su un piano tutto diverso da quello che ci si potrebbe aspettare: a rievocare il dramma non è l'autore, bensì Marcellino parlando con Baciccia, un artista che assolve la funzione di bonario 'maitre à penser', cui sono prestate capacità di analisi e comprensione del dolore e della sofferenza umana.
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