Il gran mare di terra

Il gran mare di terra

E' un "gran mare di terra" quello in cui sono ambientati i quattro racconti padani di Leonardo Cozzoli. E nulla più del mare può rappresentare lo stile di questa scrittura. Una voce narrante in prima persona in ciascun testo fluttua all'interno di una memoria intermittente che recupera personaggi, fatti e situazioni secondo corrispondenze intuitive, imprevedibili. Le fluttuazioni riguardano anche il tempo narrativo, in perenne oscillazione tra un presente non definito e una stratificazione di passati che si intrecciano e si sovrappongono. La stessa voce del narratore galleggia su queste onde verbali, alternandosi con altre voci e creando una polifonia che muta stile e ritmo, toccando ora cadenze jazz, ora toni sinfonici, ora articolandosi in strutture complesse di natura dodecafonica e atonale. Il mare è poi anche immagine dei personaggi che vivono, al di là della loro finitezza individuale, in una dimensione naturalmente corale, come parti difficilmente distinguibili di un tutto in perenne trasformazione, tanto da sembrare immobile.I quattro racconti che compongono questa raccolta ("Con voce di terra", "Argonauti", "Dentro il Minotauro", "Saga minima"), scritti tra il 1986 e il 1988, si caratterizzano per un linguaggio espressionistico in cui, all'interno di un flusso sintattico e lessicale impetuoso e straordinariamente ricco, si contaminano l'italiano e il dialetto, prendono vita effetti fonici suggestivi, si producono accumulazioni, iterazioni, deformazioni visionarie, arricchite da originali richiami a una dimensione mitologica padana in cui rivivono, opportunamente deformati, i personaggi delle saghe germaniche.
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