Storia della violenza sessuale. XVI-XX secolo
Il libro di Vigarello risale alle radici del concetto morale di violenza sessuale, di come esso veniva inteso e delle conseguenze che ha comportato il continuo mutamento culturale di questi ultimi secoli. L'autore sottolinea quanto si sia trasformato questo concetto soprattutto nei riguardi della violenza inferta ai bambini e di come sia cambiato il legame sotteso all'universo della colpa. La "Storia della violenza sessuale dal XVI al XX secolo" illustra a un tempo l'insensibile nascita di una visione del soggetto e quella della sua intimità. Essa mostra l'antica difficoltà di saper misurare l'autonomia di una persona e di come si sia perpetuata la necessità di attestarsi ai soli fatti materiali per riconoscerla. La storia dello stupro è quindi anche quella degli ostacoli che si frappongono al legame da sempre istituito tra la persona e i suoi atti: il riconoscimento che un soggetto può essere "assente" dai gesti che è condannato a subire presuppone infatti l'esistenza di una coscienza distinta da ciò che fa. Oggi una maggiore eguaglianza fra uomini e donne rende sempre più intollerabili le antiche violenze e il modello di dominio che incarnano; il ridimensionamento dell'immagine del padre e dell'autorità rende più credibili sospetti e accuse; ai bambini viene riconosciuta l'innocenza assoluta ma non per questo bisogna trascurare di ridisegnare una storia della violenza sessuale che è anche, necessariamente, la presa di coscienza della nascita del soggetto contemporaneo.