Quando vi ucciderete, maestro?
Il libro racconta le ambiguità dell'arte e della lotta, la duplicità di una stessa forma che può essere agile coreografia o movimento volto a uccidere, e nel caso della letteratura attenzione allo stile o ossessione dell'efficacia: Mishima e uno zio morto in battaglia, episodi alti e imprese spesso grottesche, fissazioni e ossessioni di frequentatori di palestre e culturisti, scrittori e pugili. Per l'autore la linea di demarcazione tra l'arte marziale e la letteratura è meno invalicabile di quel che si creda.