Numeri primi
Pochi autori italiani hanno avuto in questi decenni la lucidità, e l'ostinazione di Ramat nel difendere la poesia come comunicazione assoluta, come equilibrio "estremo" tra la sfida del dire e la tentazione del non dire. "E mai, forse, le ragioni della sua vicenda espressiva, attraversata dalla consapevolezza di tutte le impossibilità e di tutti i divieti e tuttavia sempre infallibilmente, vittoriosamente ricondotta entro i confini della responsabilità semantica e tonale, erano apparse in un'evidenza così varia e profonda come in questo libro che raccoglie le prove della sua piena maturità." (Giovanni Raboni)
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