Abiti insolubili
"Se la parola postmoderno avesse un senso, niente potrebbe illustrarlo come questo libro di Dario Villa, con la sua capacità di assolvere o dissolvere... tutti gli stridori o le corrosioni, tutte le afasie procurate, tutti gli abissi di insondabilità e di terrore di cui è costellata la storia della poesia di questo secolo. Scettico e appassionato, implacabilmente ironico e perdutamente sentimentale, dotato di un orecchio musicale a prova di irrisione e di oltraggio, Villa ci appare insomma come il migliore e più veridico seguace di se stesso, un Corbière, un Laforgue che invece di immaginare tutto o quasi tutto il dopo l'avesse attraversato a occhi aperti con la curiosità, l'innocenza e la grazia di un visitatore angelico". (G. Raboni)
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