Europa. Dal Trattato di Roma al Trattato di Maastricht
"Di Bruno Visentini, la persona più intelligente che io abbia conosciuto, ho sempre ammirato lo sguardo lungo. La capacità sua peculiare di leggere i dati concreti della realtà dandone una lettura dinamica, tale da anticipare i problemi e, laddove possibile, prevenirli. Rileggendo queste sue pagine sull'Europa, la prima impressione è stata proprio la conferma di questo mio ricordo. 'Anche questo va tenuto presente per l'avvenire, rimeditando su Weimar', scriveva Bruno nel 1988. Trent'anni fa. E mi chiedo se quell'avvenire su cui lui proiettava, con preoccupazione, l'esperienza drammatica di Weimar, non sia appunto l'oggi in cui ci troviamo a vivere. Con un'Europa che ha conosciuto prima il problema dell'inflazione e poi quello della deflazione. Un continente che è alle prese con la più profonda e lunga stagnazione della sua storia e che vede affermarsi ovunque partiti populisti, pericolosi demagoghi, deliri xenofobi e, in alcuni casi, veri e propri 'rigurgiti di fascismo'. Sarebbe molto preoccupato quel mio vecchio amico davanti a tutto questo. E quanto ci manca oggi la sua voce che, ne sono certo, si alzerebbe alta a denunciare il rischio che stiamo vivendo, dando sfogo alla sua indignazione borghese. Ma soprattutto Visentini ci aiuterebbe a cercare le soluzioni, a studiare i fenomeni, ad approfondire, analizzare per capire e poi agire, come lui amava fare, come oggi quasi nessuno sa più fare". (Dall'introduzione di Carlo De Benedetti)
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