Nomi di cosa. Nomi di persona

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"Margherita Rimi si conferma una delle voci meglio individuate del nostro panorama letterario. Con i suoi ritmi e la sua sintassi originale, la Rimi crea una poesia tangibile, in cui la lingua siciliana, l'italiano, il francese, l'inglese, i linguaggi specialistici concorrono ad aumentare la dimensione esperienziale e di senso senza essere semplici 'coloriture' linguistiche o contributi alla varietà fonica dei versi. Immediatezza gestuale e visiva di una situazione in atto, potenzialità di una lingua essenziale e precisa che sa giovarsi degli scarti sintattici del dialetto, ma anche porsi in una dimensione plurilinguistica a forte oralità e carnalità: in questa scrittura la dimensione veritativa e conoscitiva si unisce infatti alla corporeità, e la corporeità a un vivo senso della lingua, alla 'manducazione della parola', per usare l'espressione di Marcel Jousse. Non a caso figura ad esergo della prima parte del volume la frase di Alice Miller che dice: "La verità della nostra infanzia è scritta nel nostro corpo". La poesia può quindi riprendere, in forme insolite, una dimensione indagante e soprattutto sapienziale, con un forte ancoraggio nei saperi della Medicina e della Neuropsichiatria infantile, e nelle pratiche della tutela dell'adolescenza e dell'infanzia contro le violenze e gli abusi e a favore dei disabili: ciò di cui si occupa fattivamente la Rimi nella usa vita e che distilla nella scrittura. La parola poetica è in grado di metabolizzare tutto, di là da romantiche contrapposizioni fra pensiero, sentimento e passioni. Potremmo dire, usando la figura dell’albero: tanto in sviluppo verticale nel tronco e nella chioma, quanto in presa nel terreno con le radici. La poesia della Rimi guarda a dimensioni inedite e, nel contempo, fa tesoro di quelle a venire della tradizione. E’ proprio la “civiltà dei bambini” la protagonista di questa raccolta, in cui ogni baloccamento retorico e di stultitia letteraria è messo al bando per tornare alla concretezza ed evidenza delle manifestazioni e degli atti di un’infanzia guardata con occhi di suggestiva novità." (Amedeo Anelli)
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