Scambi, equivoci eppiù torbidi inganni
Che cos'è la fortuna? Un fluido etereo, un magnetismo sulfureo? Dio che ci sorride dall'alto o il demonio che ci dà di gomito dagli inferi? Ma qualunque cosa sia, non c'è bisogno d'essere metafisici per sapere che esiste. E lo scrittore Lorenzo Dalré lo sa meglio di tutti. Ha, infatti, tutto quello che ognuno potrebbe desiderare. Un mestiere invidiabile, una casa confortevole, due deliziosi figlioletti, un allegro "bichon frisé" e, soprattutto, una magnifica moglie che mantenendolo, gli permette di fare il suo lavoro senza troppo affaticarsi. Così è da tempo che, invece di dedicarsi al suo fantomatico capolavoro, si trastulla in fantasiose acrobazie sessuali con una favolosamente bella, sebbene assai burina, amica della consorte. E tutto funziona alla perfezione finché, scoperta la tresca e trovatosi improvvisamente senza un soldo fuori di casa, Dalré cercherà rifugio dal padre Anacleto, generale ed eroe della patria, eppoi nuove distrazioni tra le braccia della sfrenata Sandra Bonsanti, cinica matrimonialista e moglie del deputato inquisito Filippo Torregrossa, inciampando, per un terribile equivoco, nell'inchiesta che interessa il politico ma, soprattutto, in Mauro Spaltro, l'inetto magistrato che farà del caso il trampolino di lancio verso l'ambita carriera politica. E questo tra i quartieri borghesi, le palestre vip, i covi per scambisti e i salotti più o meno intellettuali della Roma dei nostri giorni, alla vigilia dell’inchiesta “Mafia Capitale”, popolata da una galleria di coloratissimi personaggi come l’ex imprenditore e ora idraulico “per signore”, Paride Matelica; o Riccarda, la Bovary di Tor Bella Monaca, che legge le Cinquanta sfumature ma declama colte citazioni rubate da internet; o don Ario, missionario in Nigeria, afflitto dal senso di colpa per aver avuto tra i suoi scolari il fondatore di Boko Haram; o lo strampalato Lip, capace di vendere le sue idee da fattone ai grandi marchi di moda. Evocati insieme a molti altri ancora, metteranno in moto il perfetto meccanismo a orologeria di una di quelle ironiche, irriverenti, scorrettissime commedie che hanno fatto di Gaetano Cappelli uno dei nostri più amati scrittori.
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