Cesare Vecelli ingegnere minerario. Una storia che attraversa l'Italia
Cesare Vecelli nacque a Venezia nel 1881, figlio di Antonio, medico chirurgo, e di Flavia Rinaldi, contessa trevigiana di antichissimo lignaggio. Dotato e sensibile, curioso, versatile, interessato alle scienze e alla sperimentazione, si dedicò agli studi con amore e passione. Giovane ingegnere, giunto in Sardegna, fu assunto dalla belga Vielle Montagne, società leader nel settore minerario, con incarichi sempre più rilevanti e prestigiosi. Dagli anni venti del Novecento sino alla seconda guerra mondiale fu il migliore tra i tecnici operanti nell'isola per conto della società e, alla fine della carriera, il direttore di tutte le miniere del Sulcis Iglesiente. Comprese le condizioni di lavoro dei minatori e degli operai alle sue dipendenze, cercando di alleviare, con inconsueto rispetto e con innovazioni tecnologiche appositamente concepite, le penose condizioni di lavoro in cui erano costretti a operare. Il suo nome è legato a Porto Flavia, non lontano da Iglesias, che volle dedicare alla figlia amatissima. Capolavoro d'ingegneria con cui risolse le difficoltà connesse al trasferimento dei minerali dall'entroterra al mare, e quindi quelle relative al carico delle navi che li avrebbero trasportati ai luoghi di destinazione. Ma anche raggiunse lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro degli uomini addetti al trasporto e quindi salvaguardare la loro salute. Nessun'altra costruzione legata all'industria mineraria eguagliò mai quel risultato potente ed efficace.
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