Il cortigiano architetto. Edilizia, politica, umanesimo nel Quattrocento ferrarese
Reputato dai contemporanei l'uomo più ricco di Ferrara, Bartolomeo Pendaglia (1395-1462) è anche il più importante mecenate privato della città nella prima metà del Quattrocento: aderendo agli orientamenti culturali d'avanguardia, crea - basandosi sui testi classici - uno dei primi esempi di villa concettualmente all'antica nel panorama rinascimentale italiano; si tratta della sua residenza a Consandolo, precocemente confiscata dai marchesi d'Este per aggiungerla al novero delle proprie residenze di campagna. Il suo palazzo urbano, tuttora in parte conservato, era reputato il più bello della città e funse da modello per la famosa casa di Giovanni Romei, parente e socio in affari di Pendaglia. Bartolomeo costruì altri palazzi a Zenzalino, Sermide e Mantova, dove era intimo amico di Ludovico Gonzaga. Vicinissimo ai marchesi d'Este, parte integrante del loro circolo intellettuale (gli sono amici Guarino e Flavio Biondo, solo per citare due nomi illustri), Pendaglia gioca un ruolo di primo piano nell'edificazione della celebre villa di Belriguardo, che costituisce la traduzione in chiave principesca delle sue speculazioni sui modelli residenziali antichi, già sperimentate a Consandolo. Il quadro che viene a delinearsi costituisce una visione nuova della corte estense nel periodo di Leonello e Borso, che dà spessore concreto alla tradizionale figura di principe/umanista incarnata da Leonello.
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