Vivere senza dio
L'autore di questo libro si dichiara "agnostico". In altri termini, ignora se dio esista o no, e non si pone neppure questo problema perché lo ritiene irresolubile, né più né meno di tutti i grandi problemi metafisici. Ciò lo induce, su un piano pratico, a vivere da ateo, e a rifiutare come superstizione (o magia) la fede cieca in qualunque idolo o divinità, la fede quia absurdum, la fede nelle giaculatorie che esaltano il "dono della fede". Taluni credenti obietteranno quanto sia arduo vivere, agire, lottare, morire sapendo che dio non c'è. E arduo, certo: ma proprio questo è il destino di ogni essere vivente, e quindi anche di ogni essere umano. Che lo si accetti o meno.
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