Sulla tragedia e sulla poesia

Sulla tragedia e sulla poesia

Nel 1762 Cesarotti sancisce la fine dell'Arcadia erotico-galante, dell'erudizione e più in generale del classicismo con un volume coraggioso nel quale scritti teorici, traduzioni, versi originali, costruiscono un percorso di respiro europeo. La meta è un "illuminismo della natura" che si intreccia con una teoria tragica e politica del "terrore". Le pagine di Cesarotti aprono una nuova prospettiva insieme letteraria e antropologica al cui centro non è l'"antico", ma l'"origine", non l'ordine della storia ma la libertà della natura. La trasformazione di Bruto in eroe della Patria diviene il punto culminante di un'ambiziosa e problematica architettura autoriale che dialoga con Voltaire e Rousseau dalla specola privilegiata della Repubblica veneziana. L'edizione Marsilio restituisce il progetto culturale e politico di Cesarotti nelle sue linee fondamentali, nei suoi presupposti teorici, nei suoi effetti sulla cultura successiva: dai "ragionamenti" Sopra il diletto della tragedia, Sopra l'origine e i progressi dell'arte poetica, Sopra il "Cesare" e Sopra il "Maometto", ai Jambi de poetis tragicis, alla traduzione della Mort de Cesar di Voltaire, vero manifesto poetico e teorico, letterario e civile di una nuova idea della storia e dell'uomo.
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