La libera Artenova

La libera Artenova

Un paesino fermo nel tempo fa da sfondo all'apparente quieta esistenza di Libera, donna sul finire della trentina, in casa con gli anziani genitori e alle prese con la redazione della "non-autobiografia" per la diva del piccolo schermo locale - "scrivere per gli altri". Accanto a lei, un florilegio di personaggi ravviva la scena di umane singolarità: di poesia e idealismo o di schietta casereccia misantropia, come di gretto perbenismo. La luna, gli alberi, le fonti sorgive, le semplici creature della terra assistono silenti allo snodarsi della commedia in tre atti degli umani: vicende tragicomiche, talvolta eroiche. Come le velleità elettorali di Italo Vero o le segrete macchinazioni di un fantomatico gruppo di resistenza, le leggende su Clorinda, rediviva eroina, ma dalle chiome corvine; le memorie della bislacca novantenne Marianna accanto al cerca-tesori giramondo Giacomo Pontemundi, ingenuo cittadino del mondo. Regina della narrazione è la "diversità", più preziosa laddove considerata "anomalia" o fiera irriducibilità; incarnata nel linguaggio, codice del "reale", nelle intemperanze del dialetto o in termini reinventati. Il Tempo e nostalgiche rimembranze fanno da filo rosso.
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