Aderenze e paralogiche degli eterni del nulla. Appartenenze e contrasti
"È il bisogno della meraviglia che accompagna ogni destino, fin dal suo inizio, è la necessità della stupefazione. Come quella che ci coglie quando guardiamo con ammirazione il cielo stellato, increduli di tutto quell'incanto, di tutta la nostra pochezza. Subordinata massa quella dei viventi, inconsapevoli di essere nella Danza Macabra, come in schieramenti di eserciti pre-destinati. Il tema è l'Ente, l'individuo nell'immenso immutabile, il divenire e l'immenso eterno, le distanze incolmabili di insiemi distinti. Si discute della sintassi della necessità, e del destino indifferente, dell'Ente e la densità del divenire, della tecnologia, senza dimenticare che è il nulla ciò che il vivente teme. Si discorre di Tucidide e della peste ad Atene, del medioevo e della morte crudele riflettendo anche sulla malattia Covid-19. Le conseguenze prodotte dal virus in questi mesi ci hanno dimostrato che tutto è precarietà, anche le sicurezze più radicate. La disinformazione è la causa di mali e tragedie, situazioni in cui hanno facile gioco l'oscurantismo e i ciarlatani. La dismisura ci sovrasta, quando la cecità si affida alla veggenza. Abbiamo bisogno di buonsenso, di scienza; è necessario che ognuno si informi, impari, studi e metta a confronto le esperienze. Sono la conoscenza e la consapevolezza la miglior difesa, e queste andrebbero sviluppate per la tutela di tutti."
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