Villa Arzilla ovvero: quando i disagiati sognano
"In un futuro non troppo lontano arriverà il giorno in cui non potrò più guidare o, comunque, in cui sarà meglio che smetta di farlo, per l'incolumità mia e degli altri. Come farò, allora, per fare la spesa, o per andare a farmi le analisi, o dal dottore, o per andare a trovare gli amici, a visitare una mostra, a teatro? E probabilmente sarà lo stesso giorno in cui non ce la farò più a pulire casa, a tagliare l'erba in giardino, a raccogliere la frutta. Se fossi ricca risolverei i problemi pratici pagando qualcuno che li faccia per me. Ma il problema della solitudine non potrei risolverlo comunque. In caso morissi tutto d'un colpo prima di quel giorno, invece, problema risolto, anche quello della solitudine. La soluzione immaginata è tutta da costruire, tra paradossi e concretezza, con molte risate che fanno affrontare meglio i problemi. Comunque, come ho cercato di raccontare, in una Villa Arzilla non ci si annoia mai, nel bene e nel male. Né nel prototipo, cioè in quella dove vivo per adesso, né tantomeno in quella che spero di realizzare. Non ho scritto questo libretto così, solo per divertimento. Ho pensato che forse potrebbe stuzzicare la curiosità di qualcuno, forse potrebbe portare qualcuno a chiedersi se gli piacerebbe partecipare alla costruzione di Villa Arzilla. Mica potevo mettere un annuncio, e dove poi?"
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