Mordechai Vanunu. Prigioniero di Israele
Una notte di settembre del 1985, Mordechai Vanunu, un giovane tecnico che lavora nei sotterranei del reattore nucleare di Dimona, in Israele, con una fotocamera documenta il segreto della fabbricazione di bombe atomiche. Un anno dopo, molte delle foto scattate compaiono nelle prime pagine del giornale Sunday Times di Londra, insieme ai dettagli sulla costruzione degli ordigni. La storia rivela che Israele è in possesso di alcune testate nucleari, e si trova nella posizione di poter costruire le armi più sofisticate e micidiali. Una volta scoperto il traditore, il governo israeliano invia un'agente di nazionalità statunitense allo scopo di sedurre, rapire e riportare in patria il fuggitivo per processarlo. Il piano riesce, e Vanunu viene condannato a diciotto anni di prigione. Dopo aver scontato la sua pena, per la maggior parte in regime d'isolamento, oggi non può considerarsi un uomo libero poiché è sottoposto a dure restrizioni che non gli permettono di viaggiare fuori dal paese o avere contatti col mondo esterno a quello ebraico.
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