Quijotes del Ideal. Utopia e storia di una rivoluzione (Spagna, 1936-1937)
Spagna 1936, il grande fuoco rivoluzionario illumina la storia, accendendo le speranze di cambiare il mondo. Il realismo degli storici ci spiega che, a pochi mesi dal radioso 19 luglio, la rivoluzione era sotto assedio: il boicottaggio delle potenze occidentali, il peso militare dell'intervento nazifascista, il ruolo ambiguo dell'URSS di Stalin, la militarizzazione accettata o subita dalla CNT/FAI, l'isolamento internazionale dell'anarchismo e le bugie del Comintern, avevano già scritto l'esito della guerra alle conquiste sociali del popolo spagnolo. Eppure, le memorie dei reduci di quella lotta ci raccontano un'altra Storia, altrettanto vera. Una storia di speranza, entusiasmo e folle gioia, perché per i Quijotes del Ideal «le rivoluzioni non si vincono, si fanno». Il testo rende omaggio alla figura dell'anarchico Umberto Marzocchi e a tutti i sognatori che non si sono arresi, continuando a lottare «per raddrizzare torti e riparare offese». Il riferimento a don Chisciotte è centrale, tuttavia, il Cavaliere dalla Trista Figura è un eroe solitario, mentre l'utopia di cui si parla in questo libro è un'impresa collettiva e sociale, un'avventura della libertà in cui il navigante arriva a toccare le stelle che lo guidano, in cui l'impossibile diventa possibile. Sì, perché in Spagna, in quegli anni di guerra civile l'utopia si fece storia.
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