La banda dei Niscemesi. La vera storia dei fuorilegge più sanguinari del dopoguerra
Finita la seconda guerra mondiale a Niscemi, come in altre parti della Sicilia, esplose il fenomeno del banditismo. Decine di persone guidate da Rosario Avila (detto Canaluni) e Salvatore Rizzo si diedero alla macchia, commettendo decine di delitti: estorsioni, rapine, sequestri di persona e tanti omicidi, terrorizzando la Sicilia orientale. Come per la banda Giuliano, i carabinieri furono le vittime preferite: il 16 ottobre 1945 in un agguato in contrada Apa ne uccisero tre, ma la strage più eclatante fu quella di Feudo Nobile con il sequestro di 8 carabinieri orrendamente massacrati in territorio di Mazzarino. L'eccidio - secondo la ricostruzione storica - fu perpetrato come rappresaglia per l'arresto di Concetto Gallo, capo dei Separatisti, dopo la famosa battaglia di Monte San Mauro tra l'esercito italiano e quello dei Separatisti. Il libro vuole rispondere alle tante domande che, a distanza di oltre settant'anni, sono rimaste prive di risposta: chi era il vero capo della Banda? Chi erano tutti i componenti? È vero che Canaluni incontrò Salvatore Giuliano? Vi fu una trattativa tra lo Stato e i banditi per la liberazione dei carabinieri sequestrati? È vero che Avila padre e figlio avevano la tessera del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia? I banditi niscemesi parteciparono alla battaglia di Monte San Mauro tra l'esercito italiano e l'EVIS?