(Stra)ordinarie nevrosi di un allenatore dilettante
Un protagonista (il narratore), nessun personaggio contraddistinto da nome proprio, nessun riferimento temporale, diversi episodi della stessa storia privi del vincolo di interdipendenza, eccezion fatta - ma non è condizione necessaria - per introduzione ed epilogo. Una figura disturbata, nevrotica, un individuo alla deriva, ma... con un'insospettabile intransigenza per tutto ciò che concerne la sola realtà nella quale riesce a esprimersi, immaginandosi protagonista: il calcio. Prima da giocatore, ora da allenatore, si confronta con l'ambiente insidioso che ha frequentato fin da piccolo attraverso una vita parallela, per quanto reale. Sullo sfondo il disagio della propria esistenza, tra dipendenza da alcol e fumo, l'abuso di psicofarmaci e ricorrenti pensieri di suicidio. Storie di sesso invise al sentimento, complicati rinnovi contrattuali, metodi di allenamento e sistemi di gioco, riflessioni profonde sul significato della vita, vividi ricordi di partite esaltanti vissute in prima persona, inossidabili principi di etica sportiva, litigi furiosi, tentate combine, l'ipocrisia imperante del 'suo' mondo. Come uscirne indenne per un uomo dissoluto con la personalità labile e instabile, ma sostanzialmente vittima di se stesso?
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