Regola delle recluse
La "Regola delle recluse", composta per la sorella monaca, fu nel medioevo l'opera più popolare di Aelredo di Rievaulx ed è, insieme alla "Preghiera pastorale", "ciò che egli ha scritto di più personale" (Ch. Dumont). E' un compendio spirituale che raccoglie norme di disciplina esterna, direttive per la vita interiore e indicazioni per la pratica della meditazione. L'interesse dell'opera è al contempo storico e attuale. Da una parte vi si trovano squarci vivaci sul mondo dei religiosi nel medioevo. Dall'altra ci vengono offerte riflessioni sempre valide sul silenzio, la sobrietà, la custodia di pensieri e affetti, la cura di virtù quali la castità, l'umiltà, la povertà e la carità. Originalissima la proposta di lettura 'affettiva' di episodi del Vangelo, secondo un metodo che è alle origini dei misteri del rosario. Il risultato è "un vero trattato di meditazione che sembra modernissimo nel suo realismo immaginativo" (L. Bouyer), marcato con i tratti inconfondibili di un autore che ama attingere alla propria esperienza. Arricchisce il volume un'ampia introduzione che, oltre a presentare il testo e descrivere la sua irradiazione nel medioevo, illustra le forme e il senso della vita reclusa a partire da alcuni capolavori della letteratura eremitica.
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