M. C.
Se il mondo fosse un'azienda – la Cosmodemonic – e M.C. il suo capo idolatrato, che nessuno ha mai visto e che plasma i suoi dipendenti omologandoli, come ci piegheremmo, in cosa ci trasformeremmo? Saremmo precari, golem, tossicomani, finti-animali obbedienti, prostitute, schizofrenici ridotti a lottare per non finire in una piramide maleodorante di cadaveri: loro sono i protagonisti della Cosmodemonic. E se così deformati, trasformati, non fossimo neppure più capaci di riconoscerci nelle nostre nuove sembianze, riusciremmo a descrivere ciò che la Cosmodemonic e M.C. hanno fatto di noi, sul nostro corpo, sulla nostra vita? Ferruccio Mazzanti scrive un romanzo-caleidoscopio osando l'assemblaggio più ardito e dal sarcasmo umanissimo tra generi, trame, stili e linguaggi. L'invisibile e onnipresente M.C. è il grande specchio dove osservare la devastazione praticata dalla contemporaneità neoliberale sui nostri giorni e le nostre opere.