Il segno opposto
Yasir è un profugo siriano sbarcato sulle coste meridionali italiane e sistemato in un centro d'accoglienza dove diviene manodopera per caporale. Dall'audace e coraggiosa inchiesta di un giornalista, abile a infiltrarsi nella struttura sorta accanto a un vero e proprio ghetto, dipenderanno la sua salvezza, una nuova casa in cui essere accolto e la denuncia di uno stato d'oppressione. Tra i paesaggi lontananti di una piana fertile bagnata dal mare, rovine mute, cime pietrose ed echi lontani di un Sud desolato dove la bellezza affiora nelle crepe dei secoli, nasce una storia d'amore tra due diversi, eppure simili nei dolori che la vita ha procurato loro. Un amore dirompente e imprevisto, un incontro tra culture differenti sotto lo stesso tetto, che sancisce la possibilità di una coesione tra mediterranei, di un intreccio di radici in cui l'identità del posto e di chi vi è nato si fonde con quella di chi proviene da una terra lontana. Sullo sfondo, il ruolo del giornalismo e la sua missione imprescindibile, il coraggio di una generazione che decide di restare tornando al mestiere degli avi, l'umanità autentica che cova, silente eppure nitida, sotto il frastuono della propaganda.