Spazio comune. Città come commoning

Spazio comune. Città come commoning

Lo spazio è tanto un prerequisito quanto un prodotto delle relazioni sociali, e in esso si gioca la possibilità di stimolare o impedire l'incontro con l'altro. Viviamo in un'epoca di recinzioni, in cui l'uso delle aree comuni è sempre più scoraggiato e limitato. Ma lo spazio pubblico è tutt'altro che morto. In questo libro che è ormai un piccolo classico contemporaneo, pubblicato in diverse nazioni con notevole successo, l'architetto greco Stavros Stavrides ci invita a rivisitare e reinventare la distinzione tra pubblico e privato, per dare forma a nuove relazioni sociali e rendere possibili esperienze condivise in nuovi spazi che si aprano a una dinamica di commoning, studiando variegate pratiche che includono le occupazioni abitative, l'autocostruzione, l'intervento artistico e festivo, e seguendo le tracce di attori quali rifugiati, venditori ambulanti, writer e artisti di strada... "Spazio comune" ci invita a guardare alla città come vero e proprio commons, rivelandone l'intrinseca politicità e il potenziale di emancipazione nascosto. Lo spazio, ci dice Stavrides, è tanto un prerequisito quanto un prodotto delle relazioni sociali, e in esso si gioca la possibilità tanto di stimolare o quanto di impedire l'incontro con l'altro. Per questo la trasformazione spaziale è una tappa fondamentale per la formazione di soggetti politicizzati in grado di costruire un potenziale di emancipazione nella vita metropolitana contemporanea.
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