La neve non ha odore
La Gran Bretagna si è trasformata in un deserto di neve, i suoi abitanti hanno iniziato a lasciare l'isola verso climi più miti, e chi è restato sperando che la situazione migliorasse ormai non può che ricredersi. La neve copre ogni cosa da mesi. Bianca e immacolata attutisce la vita, finché non si macchia di sangue. Il corpo di un giovane uomo giace a terra, mentre sopra di lui incombe la figura di un altro giovane che tiene in mano un'ascia. Un gesto brutale che spicca solo per contrasto visivo, ma ammutolisce l'intera comunità con la stessa intensità della coltre bianca che ha trasformato il paesaggio e tutto ciò che c'era sopra. Che accadrà ora a Wivenhoe, senza più polizia, un medico o niente altro che possa scimmiottare la vita di prima, prima della neve? Ma qualcosa si muove negli animi. Di chi resta e di chi parte. In un presente alternativo, l'ormai irreversibile disastro ambientale ci viene raccontato dai punti di vista alternati di Helen e Joe, madre e figlio, nelle ventiquattro ore decisive per il loro futuro. Con una scrittura precisa e profonda, Samuel Fisher descrive un mondo al limite della sopravvivenza, non così diverso, in fondo, da quello in cui viviamo oggi.
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