Case matte
«Casa come luogo dell'identità e della parola. Ma casa anche come luogo di esclusione, "non casa" di chi non ha parola né identità. "Case matte" forse solo perché si tratta di case diverse dalle nostre, che all'interno nascondono una propria verità. Case in cui la silloge si propone di entrare per scoprire che questa verità condivide con la nostra i muri portanti di un'umanità sempre alla ricerca di sé stessa. Perché questa, in fondo, è la cifra della nostra cittadinanza, quel senso di perdita che sembra dividerci e invece più di ogni altro ci accomuna. In questo contesto, la parola poetica diventa grimaldello per scardinare e insieme chiave per affacciarsi su stanze dove tutto sembra comporsi all'improvviso in un'armonia inattesa, in cui "alto" e "basso" si sostengono a vicenda, nella forma sincopata dei versi come nel contenuto spesso sorprendente, in una musicalità latente sempre pronta a riaffiorare un attimo dopo la pronuncia.»
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