Grido di corda
È una poesia intima, privata, viscerale ma elegante, concisa e armoniosa allo stesso tempo. Piuttosto che scavare le terre delle sue e delle umane vicende, in cerca del proprio humus, delle proprie radici, Lina Vannini le abita senza la brama del possedere e di avervi dominio. Le sue liriche sono cammini, percorsi, attraverso realtà da contemplare e da carezzare con la mente e col sentimento, paesaggi dello spirito che la natura e la tradizione offrono attraverso l'incarnazione di ogni aspetto epifanico, all'interno di un regno di cicli antichi e perduti, attraverso temi come la malattia, la perdita di persone care, e il ricordo - tutto umanista - che le conserva all'interno di costellazioni.
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