Chevillard definisce questo Fila dritto, gira in tondo, un “gioco al massacro”. Perché di questo si tratta. Come sempre nei rapporti umani in cui il numero di vittime è dato, più che dalla contabilità, proprio dal modo con cui tale massacro lo si racconta. Se non lo si racconta, non ci sono vittime. Un libro davvero notevole, sorretto da una scrittura la cui sobrietà diviene ricercatezza quasi da scultore...
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