Sine die. Cronaca del confinamento
«Dalla pandemia usciremo migliori o peggiori? Éric Chevillard non ha dubbi: resteremo uguali a prima, ossia riprenderemo a fare i conti ogni giorno con le nostre precarie dimensioni umane e a cercare di superare le ansie che le stesse provocano» - Roberto Campagna, il ManifestoL'ho chiamato Lachesis. È un bel nome, trovo, per un ragno. Da qualche giorno, al fine di rompere il mio isolamento e non limitare le interazioni affettive ai tre membri della mia famiglia reclusi con me, ho iniziato ad addomesticarlo. Il suo filo di seta è l'ultimo legame che mi tiene attaccato al mondo. Storicamente, in corrispondenza di eventi straordinariamente tragici, persino la più superficiale e cinica delle società torna a interrogarsi sulla necessità dei propri fondamenti, rivolgendosi ai grandi pensatori. Così è anche per il confinamento a oltranza, dettato dall'emergenza Covid-19, che sta mettendo e metterà a durissima prova la tenuta della popolazione planetaria. Proprio in questo periodo, una Francia sconcertata ha guardato alle cronache quotidiane di Éric Chevillard - date alle stampe inizialmente presso "Le Monde" poi sul seguitissimo blog dell'autore. Approfondendo il solco tracciato da Kafka e Beckett, Chevillard sonda l'assurdo, la nausea, il dolore cieco di questi "tempi nuovi". Prehistorica Editore presenta quindi per l'Italia questa raccolta di cronache, quale doveroso e coraggioso tentativo di opporre la Parola al silenzio.
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