Una feroce compassione
L'Olocausto sofferto dalla Mongolia non è ben conosciuto e studiato in Occidente. Il 4 febbraio 1921, Urga, la capitale della Mongolia, fu occupata da un esercito composto da zaristi russi e mongoli, guidati dal barone Roman von Unger-Sternberg. Liberarono il Bogd Khan dal Monastero di Manjusri, sterminando la guarnigione cinese. Successivamente, a causa delle azioni di Unger-Sternberg, alcune unità dell'esercito sovietico invasero la Mongolia e presero Urga, il 6 luglio 1921. Fucilarono Unger-Sternberg il 15 settembre 1921, mentre tentava una ritirata in Tibet, su invito del Dalai Lama. Nel 1924 gli aguzzini bolscevichi diedero inizio all'Olocausto mongolo, radendo al suolo i monasteri, bruciando antiche biblioteche dedicate allo studio del pensiero buddista, fucilando migliaia di lama, distruggendo preziose opere d'arte sacra. Quegli assassini non riuscirono a trovare e distruggere un oggetto contenente l'anima di Gengis Kahn e che possiede il potere di ricreare lo Stato mongolo. Gino Montecorvo fu un ufficiale dell'esercito italiano, reduce dalla sconfitta di Adua e poi inviato a Pechino nel 1900, per liberare le legazioni dai feroci Boxer. Il suo misterioso diario riapparve a Hong Kong nel 2011. Durante la spedizione in Cina, Gino conobbe una donna che cambiò il corso della sua vita e che lo convinse a stabilirsi a Macao e aprirvi un'attività commerciale indipendente. La coppia divenne custode di un segreto, legato alla storia della Mongolia. Si tratta di storia, e solo in parte di finzione. Questo libro è il frutto di accurate ricerche, durate anni, svolte dall'autore, conoscitore dell'Oriente.
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