Uomini liberi di buone parole. Due riflessioni per l'anno sacerdotale

Uomini liberi di buone parole. Due riflessioni per l'anno sacerdotale

Due sono i sentieri che attraversano questo libretto: da un lato, una rilettura del "sacerdote" come "uomo libero"; dall'altro l'esame di uno degli atti più tipici del prete, la "predica". In entrambi i casi, tuttavia, si è volutamente scelto di utilizzare il termine "sacerdote" nel doppio significato che la tradizione cristiana gli ha riconosciuto. Sacerdozio è, cristianamente, un attributo di Cristo - e solo suo - che poi per analogia viene predicato di ogni battezzato e di coloro che presiedono la comunità. Oggi non abbiamo alcun bisogno di "ideologie sacerdotali": fanno male agli uomini e illudono le comunità. Abbiamo invece l'urgenza di buone teorie del sacerdozio, che sappiano comporre a dovere il dono per tutti con il lavoro di alcuni. Così, in questa inaggirabile mediazione, si istituisce storicamente la prassi dei cristiani e il pensiero della Chiesa.
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