Distur.bar

Distur.bar

Il bancone di un bar diventa l'osservatorio di una società varia e complessa. Presumibilmente DisturBa(r)ta. Nascono incontri occasionali e costanti, in un intreccio di ricordi, nello scorrere del tempo, segnando un cambio generazionale che non ha paragoni. L'autore che è anche il proprietario del bar narra di bizzarri personaggi, alla soglia della normalità. Lo scenario è calato nell'entroterra romano, che colora con il tipico accento molti dialoghi, travolgendo il lettore nel dissing esilarante delle comparse folcloristiche delle numerose narrazioni. Nella profondità dei racconti, si nasconde il timore di una umanità a volte persa, altre troppo assorbita dal progresso tecnologico, tanto da irretire le menti in un sottomondo virtuale poco autentico. Il tono ironico e spiritoso dello scrittore alleggerisce le copiose preoccupazioni.
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