Sono nato con il mare in casa
Sono nato con il mare in casa è l'esatta descrizione della vita di Silvano, è quello che ha nel cuore quando, ormai cresciuto, si affaccia al mondo con le speranze di chi vuole conquistare il riscatto dalla miseria umana e morale, di chi dei propri ideali fa una bandiera e, pur constatando i punti deboli di una certa ideologia, comunque la rispetta e ne segue i principi. È un'anima travolta dalle sue stesse passioni e presenta una certa analogia comportamentale con l'uomo dostoevskjiano, che ne Il giocatore incarna l'essere costantemente sul filo del rasoio, in un certo compiacimento del rischio che la vita lo costringe a correre. Lui, come l'esimio scrittore, paga di persona una certa leggerezza: l'aver creduto in un sistema incoerente. Essere arrivato in fondo al tunnel, vivendo giorno dopo giorno l'assurdità di una certa condizione, frutto di una pena detentiva illogica e priva di fondamento, in Silvano è come toccare con mano la disperazione, e nell'oscurità intensa si fa luce man mano una certa risoluzione. Combatte ancora per i suoi ideali, contro coloro, che pur essendo schierati politicamente dalla parte dei più deboli, nonostante le grasse parole considerano l'umile un prodotto dell'humus locale, del retroterra culturale. Silvano, il Marsigliese, ha il mare dentro, ma non è affogato.
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