Non volevo fare il militare
La storia di Francesco Degli Esposti è la stessa di un'infinità di ragazzi, i quali, negli anni in cui la leva militare era obbligatoria, affrontarono il difficile anno sabbatico misurandosi con il proprio Io. La maggior parte dei giovani si gettavano, senza convinzione, tra le spire di un ambiente, il più delle volte, poco familiare. Fu, soprattutto, l'essere catapultati in un sistema in cui l'assoggettamento all'altro poteva essere anche pericoloso, che generò molta rabbia e paura nei giovani cuori. Francesco è uno di loro, assolutamente renitente al servizio militare fin da piccolo, giunge alla maggiore età con la convinzione che non partirà mai. In un primo momento tenta una serie di rinvii, ma poi inesorabilmente giunge la data fatidica della partenza: nonostante i vari tentativi, Francesco dovrà arruolarsi. Molti sono gli aneddoti, le paure, le angosce che avvolgono il nostro giovane protagonista, ma quello che più lo addolora è la consapevolezza di essere entrato in un meccanismo intricato, impossibile da comprendere, da sciogliere. Da qui il suo identificarsi con l'ambiente diventa sempre più problematico, incessanti i pensieri che affollano la sua mente e lo conducono inevitabilmente alla fine di tutto il percorso. Guernica esprime con estremo realismo una condizione di disagio profondo, gioca con il dialetto per colorire le immagini grigioverdi che momentaneamente intristiscono la sua esistenza. Non volevo fare il militare è un ritratto degli anni Novanta, l'ultimo decennio prima che sospendessero le chiamate alla leva.
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