Narrazione africana. Quale prezzo per la gloria
L'intrigante opera di Luigi Bonani proietta il lettore in Africa, dove un contesto guerresco sovrasta la storia e lascia emergere come il ridicolo si manifesti anche laddove regna la violenza, suscitando risate dal retrogusto amaro nel contemplare i vari attori (eroi, fanatici, vigliacchi) coinvolti sulla scena. Al comando di un amalgama di mercenari, idealisti o disperati, c'è Cristian, che cerca di soddisfare le sue velleità di condottiero e giustiziere delle "canaglie corrotte" ponendosi, per incominciare, a capo di una carica di cavalieri nella località di Agua Fria, che gli aprirà la strada fino al grado di Generale Maresciallo. A spingerlo verso questa impresa è anche il peso della sua personale "zavorra": un ossequiente e retrivo indottrinamento impartito al catechismo. Questi marchi ideologici gli sono stati impressi da giovanissimo, esortandolo a fare del suo meglio per sfuggire a un'inesorabile condizione di peccatore... e disinformandolo. Tuttavia, le sue convinzioni stanno per essere smitizzate, le ambizioni di tanti che lo circondano destinate allo smascheramento, in uno scenario dove gli scontri non possono che diventare mattanza. Tanti gli interessi in gioco, da quello di ideare una repubblica presidenziale posta sotto il controllo dell'esercito e di un presidente-dittatore bianco, a quelli dei generali neri del direttorio, Mandura e Mobutu, che vertono sulla spartizione di territori e competenze. Quale piega prenderanno gli eventi? Essi, comunque, saranno condizionati dall'entrata in scena di Emmanuele (in ebraico "Dio con noi") il quale si pone, inaspettatamente, come l'avveramento di un ritorno (la realizzazione di un'antica speranza).
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